Riprendo a scrivere sul blog dopo una
lunga assenza mossa dalla sfiducia che questa classe dirigente ha
saputo infondere in buona parte di noi. Ragazze, ragazzi, donne e
uomini adulti lasciati ai margini e chiamati ad affrontare enormi
sacrifici.
Noi, definiti genericamente “popolo”
siamo alla mercé di chi governa e comanda. Non possiamo tirarci
indietro. Quando c'è da pagare dobbiamo farlo e quando c'è da fare
sacrifici siamo tenuti a stringere la cinghia salvo poi vedere che
loro, chi comanda, non li fa. Anzi si appellano alle leggi e guarda
caso i giudici danno loro ragione: è incostituzionale tagliare gli
stipendi dei manager e della classe dirigente in generale. E quando
rubano? Quando esigono e si lasciano ammorbidire con le tangenti, le
bustarelle e le regalie?
nuvole nere sopra di noi |
No. decisamente la classe politica e
dirigenziale ha dato una bruttissima fotografia di sé. Da destra a
sinistra nessuno escluso.
Nella nazione come nelle regioni e nel
più piccolo paesino delle periferie italiane c'è sempre l'amico, il
figlio, il cugino,l'amica dell'amico o l'amante che viene cooptato in
qualche posto pubblico a prescindere dalle sue reali qualità e
titoli necessari per ricoprire l'incarico.
Appurato ciò, chiedo a voi e a me come
si può essere fiduciosi nella politica, nelle belle parole che
dicono convinti i nuovi e vecchi esponenti di una classe, non inetta,
no, non si può definire incapace perché sa ciò che vuole e come
fare per impossessarsi del potere,, è, quella attuale, una classe
scaltra dalla faccia come il Q, che non è il quoziente intellettivo
ma ben altro.
Ovviamente il rammarico che provo,
cresciuto nei campi inumiditi dalla meschina azione dei falsi profeti
nel sottobosco dell'antiraggione, nasce dalla tracotanza di certa
gente priva di vergogna e personalità. Personaggi abbagliati dai
soldi e dall'euforia che questi gli danno.
Gente prezzolata che non pensa alla
comunità ma che la usa per ingrassare se stessa e gli amici che a
vario titolo si accodano alla cordata dominante.
Non serbo rancore a questa gente. L'ho
conosciuta e la tengo a debita distanza. Ma che non mi si venga a
dire che questo è frutto di populismo.
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